PEC: as-ud@pec.cultura.gov.it   e-mail: as-ud@cultura.gov.it   tel: (+39) 0432-546283

Archivio di Stato di Udine

L'ONAIRC e il metodo Agazzi

L’Opera Nazionale di Assistenza all’Italia Redenta (ONAIR) venne istituita nel 1919 a Roma, grazie all’impegno della Duchessa Elena d’Aosta, per favorire l’integrazione delle province annesse allo stato italiano dopo il primo conflitto mondiale ed assisterne la popolazione, in particolare mediante interventi in favore dell’educazione infantile e della didattica. Riconosciuta con decreto prefettizio 26.07.1919, operò principalmente in Friuli Venezia Giulia e in Trentino Alto Adige, con sedi regionali a Trento e Trieste dipendenti dal Segretariato generale di Roma e articolati a livello locale in uffici finalizzati al reperimento di fondi. La struttura dell’ente, già investita da importanti cambiamenti determinati dall’armistizio dell’8 settembre 1943, fu oggetto nell’immediato secondo dopoguerra di una ridefinizione territoriale: la Direzione generale fu stabilita a Trento mentre, a causa della complicata situazione politica e amministrativa di Trieste, una Direzione regionale venne istituita nel 1949 a Udine, già sede di un ufficio provinciale dal 1946. Dalla Direzione regionale friulana dipendevano quattro uffici provinciali (Gorizia solo sino al 1959) e, per un breve periodo, alcuni istituti del padovano. Il nuovo statuto, approvato con D.P.R. 1830 del 16.01.1951, definiva le finalità dell’Opera: l’istituzione e la gestione di scuole materne ed istituti per il perfezionamento tecnico e didattico di insegnanti ed assistenti; l’istituzione di scuole sperimentali per l’addestramento di istruttrici di infanzia ed adolescenza (per la realtà udinese va menzionata la Scuola magistrale a differenziazione didattica agazziana istituita nel 1960); l’organizzazione e la gestione di corsi di cultura popolare e professionale, con particolare attenzione ai lavori cosiddetti femminili. Tra le altre attività svolte dall’ente sono comunque da ricordare i consultori per lattanti, i comitati delle mamme, scuole rurali e sussidiate, scuole di cucito, corsi di cultura popolare e di istruzione professionale per adulti, centri di assistenza scolastica, colonie estive, servizi di doposcuola, nonché l’attenzione continua rivolta all’educazione patriottica e religiosa, alla refezione degli alunni e all’edilizia e all’arredamento degli edifici scolastici.
Nel 1960, con D.P.R. 1625, l'Ente cambiò nome in Opera Nazionale di Assistenza all’Infanzia delle Regioni di Confine (ONAIRC). Tra il 1976 e il 1977 il decentramento di alcune funzioni statali agli enti locali comportò il trasferimento del personale educativo allo Stato, di quello amministrativo al Provveditorato agli studi di Udine, mentre il patrimonio immobiliare fu concesso a titolo gratuito ai Comuni. L'Opera venne infine soppressa con D.P.R. 599 del 4 luglio 1977.
Le carte sono state consegnate all’Archivio di Stato dall’ex Provveditorato agli Studi di Udine (2000) e sono state riordinate ed inventariate da Cristiana Lucia Miglioretto che ne ha fatto oggetto della sua tesi di laurea in Archivistica e Scienze del libro (Università degli studi di Udine, 2008). - vedi inventario on line - link alla pagina inventari in rete-
L’organizzazione e l’attività dell’ente è documentata da atti di carattere generale ed atti più specificatamente pertinenti la gestione delle singole scuole. Nelle serie che riguardano queste ultime si conservano materiali che raccontano la storia di ognuna di esse: le convenzioni con i Comuni, I progetti edilizi, gli inventari degli arredi e del materiale didattico, alcune delle attività realizzate. E non è infrequente leggere, tra le righe dei documenti amministrativi, note che descrivono le desolate realtà di vita degli abitanti di quei luoghi posti al confine più orientale del Paese.
Di particolare interesse risulta la parte relativa al personale. Oltre a un corposo nucleo di atti che inquadrano la situazione lavorativa di questa categoria d’insegnanti, l’archivio conserva diversi documenti che attestano l’attenzione dell’ente per la formazione degli educatori e l’adozione di programmi aggiornati, valutati anche nel confronto con le scelte pedagogiche di altri paesi europei.

Il metodo Agazzi
Rosa (1866-1951) e Carolina (1870-1945) Agazzi nascono a Volongo in provincia di Cremona. Si diplomano maestre nella Scuola Normale di Brescia e nel 1891 frequentano un corso froebeliano. Nel 1895 si trasferiscono a Mompiano (Brescia) nell’asilo infantile dove prende vita e si mette a punto, in cinque anni di esperienze, il loro “metodo” che si differenzia da quello froebeliano per una maggiore attenzione al bambino reale, ai suoi bisogni individuali, al suo contesto di vita, alla collaborazione con la famiglia e al ruolo attivo dell’educatrice.
Nel metodo Agazzi il bambino è protagonista del proprio processo formativo che avviene in un ambiente naturale semplice e che fa uso di materiali propri della sua quotidianità (“le cianfrusaglie” raccolte dagli stessi bambini). Ogni bambino è libero di fare da sé pur nel rispetto dell’ordine e della capacità di collaborare con gli altri. Ogni attività deve aver una dimensione ludica. Nella scuola, che può dirsi materna perché si ispira alla naturalezza dell’ambiente familiare, materialmente ridotto alla dimensione del bambino anche negli arredi, prevalgono gli esercizi di vita pratica: giardinaggio, lavoretti manuali, il disegno spontaneo, il canto e il linguaggio espressivo. L’introduzione dell’uso dei contrassegni, immagini di uso comune che diventano distintivi degli oggetti e dei materiali di ognuno, è alla base dell’educazione all’ordine e strumento efficace di educazione linguistica.

Riferimenti Bibliografici
A. Agazzi, Panorama della pedagogia d’oggi, La Scuola, Brescia 1958.
A. Agazzi, Il metodo delle sorelle Agazzi, La Scuola, Brescia 1967.
AA. VV., Rosa Agazzi nella cultura pedagogica italiana e nella realtà educativa della scuola materna, Istituto Pasquali-Agazzi, Comune di Brescia, Brescia 1995.
R. Agazzi, Guida per le educatrici dell’infanzia, La Scuola, Brescia 1961.
R. Agazzi, Ordinamento pedagogico dei Giardini d’infanzia, Paravia, Torino 1898.
R. Agazzi, Come intendo il museo didattico, La Scuola, Brescia 1943.
L. Caimi (a cura di), Maestri, maestre, educazione dell’infanzia nell’Italia unita, materiali per il corso di storia della scuola, Università Cattolica, Scienze della formazione primaria, Brescia a.a. 2009/2010.
G. Lombardo Radice, Il metodo Agazzi, La Nuova Italia, Firenze 1952.
S. Macchietti, Alle origini dell’esperienza agazziana: sottolineature e discorsi, vol. II, Istituto “Pasquali-Agazzi” - Centro Studi Pedagogici, Comune di Brescia, 2001.
R. Sante Di Pol, L’istruzione infantile in Italia, Marco Valerio Editore, Torino, 2005.



Ultimo aggiornamento: 04/06/2024